Bilanci e previsioni per la meccanica agricola

In vista di Fieragricola (Verona, 2-5 febbraio 2012), Agrievolution, in collaborazione con Fieragricola-Unacoma, traccia un quadro di previsione per un 2012 positivo per la meccanica agricola. A trainare il mercato mondiale, ben si sa, l’area BRIC. Nel 2012 per l’Italia si prevede un anno di stagnazione, mentre in crescita dovrebbero essere i mercati di Francia e Germania. Il Nord Africa ancora penalizzato dall’instabilità politica. Intanto, India, Cina e Brasile proseguono la corsa e prevedono performance record. Il numero uno di Unacoma, Massimo Goldoni, conferma una domanda di macchinario agricolo in crescita a livello globale.

Nel 2011 il mercato delle macchine agricole ha viaggiato nel 2011 a due velocità: Cina, India, Turchia, Brasile e Germania a fare da lepri, Europa Meridionale (Italia, Portogallo, Spagna e Grecia) col freno a mano tirato. Buio completo per il Nord Africa, in seguito alla situazione di transizione politica. Il mercato delle macchine agricole dovrebbe raggiungere a fine 2011, a livello globale, un valore prossimo ai 72 miliardi di euro. Questa l’analisi di Agrievolution, l’assise che riunisce le associazioni dei principali Paesi costruttori (Ue, Brasile, Cina, Corea, Giappone, India, Stati Uniti e Russia), e che ha la funzione di monitorare l’offerta di meccanizzazione e coordinare le statistiche e le analisi economiche per il settore della meccanica agricola.

Massimo Goldoni, presidente di Unacoma, conferma le sensazioni positive dell’Osservatorio mondiale: “Il fabbisogno mondiale di macchine agricole è in crescita, in massima parte per la domanda che proviene dai Paesi emergenti – dichiara appunto Goldoni -. L’India dovrebbe raggiungere a fine 2011 un numero di trattrici vendute sul territorio nazionale intorno alle 470 mila unità (considerando il segmento superiore ai 30 HP di potenza), e la Cina consolidare il proprio mercato intorno alle 350 mila unità, ma in crescita risultano anche il Brasile e la Russia”.

2011 positivo per Francia, Germania, Turchia, Cina, India e Brasile; crolla il Nord Africa. Nella prima metà del 2011 sprazzi positivi per l’Unione europea (+15,6% la vendita media di trattrici), con buone performance per il mercato tedesco (+31,8% nel semestre, che dovrebbe scendere al 20% sui 12 mesi) e francese (+20,9%, ma con tendenza al ribasso). Fanalino di coda l’area mediterranea: in contrazione i mercati in Spagna, Portogallo, Grecia. In recessione anche l’Italia, che con la fine della politica di incentivi sulla rottamazione, dovrebbe vanificare il +13 per cento collezionato nel primo semestre dell’anno per registrare nel 2011 una flessione dell’1 per cento.

In sofferenza, per lo scenario politico mutato in profondità, l’area del Nord Africa e del Medio-Oriente che guarda il Mediterraneo: nei primi sei mesi del 2011 le esportazioni italiane sono crollate  in  Siria (-81 per cento),  Libano (-35 per cento), Egitto (-66 per cento), Libia   (-42,6 per cento), Tunisia (-28 per cento), Algeria (-42 per cento), Marocco (-52 per cento).

Si rafforza invece la Turchia, con circa 55 mila trattrici vendute nel 2011 sempre nel segmento superiore ai 30 HP (+65 per cento). Un mercato, quello della Turchia, che ai costruttori italiani di macchine agricole ha sorriso: è stato addirittura del +359 per cento l’aumento delle esportazioni italiane nel primo semestre dell’anno.

2012 in crescita per Asia e Brasile. Il Paese del Dragone dovrebbe registrare un ulteriore balzo in avanti nel 2012, di 10 punti percentuali sul 2011. Dall’altra parte del mondo, anche il Brasile dovrebbe assestare per l’anno prossimo una crescita del 10%, dopo un 2011 di grande soddisfazione, con aumenti nelle vendite di grandi trattrici e macchine combinate oscillanti fra il 10 e il 17 per cento. Accelerazione di circa il 20% per il mercato indiano nel 2012, un incremento di domanda che in parte può essere soddisfatta dall’offerta proveniente dai paesi occidentali che sono tradizionalmente importanti produttori di macchine agricole (Stati Uniti, Germania, Italia), e che in larga parte viene coperta da importanti industrie locali.

La stessa Corea del Sud, dopo la brusca frenata susseguente alla crisi del 2010, dovrebbe potenziare – secondo le previsioni di Agrievolution – di un 7% il proprio mercato, che vale circa 1,5 miliardi di dollari.

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