Dai pneumatici ricostruiti un contributo al risanamento dei conti pubblici

In periodo di crisi e di tagli alla spesa pubblica l’attenzione cade anche sulle “auto blu”. Da un lato vi è la necessità di contenerne il numero e dall’altro occorre cercare di ridurne i costi di gestione. Ed ecco che entrano in campo i pneumatici ricostruiti che, a norma di legge, Stato, Regioni, enti locali, gestori di servizi pubblici e di servizi di pubblica utilità, pubblici e privati, sarebbero tenuti ad utilizzare in misura pari almeno al 20% dei loro acquisti per le flotte. “Questa norma – dice l’Airp – associazione italiana ricostruttori pneumatici, che potrebbe dare un contributo apprezzabile all’economia di gestione delle flotte pubbliche, viene però disattesa da molti enti tenuti ad applicarla”.

L’obbligo per gli enti pubblici di utilizzare per il 20% dei pneumatici di ricambio dei ricostruiti, è contenuto nella legge Finanziaria per il 2002, che è nata da esigenze ambientali, ma che, secondo l’associazione, nella situazione di crisi che stiamo vivendo acquista oggi ancora più importanza in quanto consente anche notevoli risparmi nella gestione delle flotte.

“Sarebbe quindi opportuno – continua l’Airp – che le amministrazioni pubbliche osservassero scrupolosamente la legge per quanto riguarda l’impiego dei pneumatici ricostruiti e ciò anche in considerazione del fatto che la quota del 20% riservata ai ricostruiti nell’acquisto di pneumatici di ricambio non è certo elevata”.

Anche in considerazione di questa situazione la Camera dei Deputati nel 2009 ha approvato all’ unanimità una risoluzione in cui impegna il Governo a far rispettare l’obbligo di legge e ad aumentare al 50% la quota riservata ai pneumatici ricostruiti negli acquisti di pneumatici di ricambio delle flotte delle amministrazioni pubbliche e dei gestori pubblici e privati di servizi pubblici o di pubblica utilità. “Nonostante questa risoluzione però – sottolinea l’Airp – il Governo non ha ancora adottato alcun provvedimento, ma sarebbe opportuno che provvedesse al più presto. Lo impongono le ragioni dell’ambiente ma, data la situazione economica del Paese e quella del bilancio dello Stato, lo impongono anche le ragioni dell’economia”.

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