Pubblicato il decreto Pneumatici Fuori Uso: 90 giorni per adeguarsi

E’ stato finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale e da ieri è entrato in vigore il D.M. 82 dell’11 aprile 2011, che attribuisce a produttori e importatori di pneumatici la responsabilità della raccolta e recupero dei pneumatici fuori uso.

Chiari gli obiettivi alla base del provvedimento, in linea con gli indirizzi UE: evitare la dispersione, sviluppare impieghi nuovi ed esistenti del materiale, ottimizzare e rendere efficiente il sistema. Ecopneus, il consorzio nato nel 2009 che rappresenta l’80% del mercato, è pronto ed effettuerà raccolta, valorizzazione e monitoraggio dei PFU pari ai quantitativi di immesso nel mercato del ricambio dai principali produttori/importatori in Italia.

Tutti gli operatori economici appartenenti al cosiddetto “mercato del ricambio”, che effettuano la sostituzione di pneumatici, generando in tal modo Pneumatici Fuori Uso, possono beneficiare del servizio di prelievo dei PFU  da parte dell’organizzazione gestita da Ecopneus. Per attivare gratuitamente il servizio volontario e gratuito di ritiro dei pneumatici fuori uso è sufficiente collegarsi al sito www.ecopneus.it e registrarsi, compilando il modulo di adesione .

Il decreto: il via al sistema nazionale di gestione e monitoraggio dei PFU

Obiettivo prioritario per il nostro Paese: intercettare il 100% dei pneumatici che ogni anno arrivano a fine vita in Italia (PFU), eliminando flussi illegali e non controllati di questo prezioso materiale dalle molteplici potenzialità di reimpiego.

Con questo mandato prioritario nasce il sistema per la gestione dei PFU, che vedrà responsabili i produttori/importatori di pneumatici, seguendo una linea già adottata in molti altri Paesi europei, tra cui Spagna, Francia, Portogallo, Svezia e Norvegia. Il principio della “producer responsibility” prevede che ciascuna azienda interessata dalla normativa sia responsabile e garantisca la gestione di PFU per una quota corrispondente a quanto immesso sul mercato nell’anno solare precedente. Tale responsabilità può essere assolta direttamente dalla aziende o attraverso “strutture associate”.

Da ieri è partito l’avvio di tutte le procedure e gli adempimenti organizzativi, tra cui la dichiarazione presso il Ministero dell’Ambiente da parte delle aziende dei propri quantitativi di immesso sul mercato ed eventuale dichiarazione di adesione a “strutture associate”; tra 90 giorni si entrerà nella fase gestionale vera e propria e sarà avviato il ritiro gratuito dei PFU presso oltre 30.000 tra gommisti, autofficine, sedi di flotte di veicoli su tutto il territorio nazionale e il successivo invio agli impianti di trattamento e/o di valorizzazione.

Chiari ed impegnativi gli obiettivi di raccolta che i produttori/importatori dovranno raggiungere in breve tempo:

– entro il 2011: 25% di recupero rispetto al quantitativo immesso nel 2010

– entro il 2012: 80% di recupero rispetto al quantitativo immesso nell’anno solare precedente

– dal 2013: 100% di recupero rispetto al quantitativo immesso nell’anno solare precedente

La situazione oggi

Ogni anno in Italia arrivano a fine vita circa 380.000 tonnellate di pneumatici: si tratta di materiale che non può essere inviato a ricostruzione e che è senza altra possibilità di reimpiego tal quale, proveniente principalmente dal settore del ricambio ed in parte da demolizione di veicoli a fine vita.

Fino ad oggi circa il 20% di questi PFU veniva raccolto ed avviato ad impianti per il recupero del materiale, circa il 50% finalizzato a recupero energetico e il 25% si immetteva in circuiti non controllati, facendo sì che se ne perdessero le tracce. In Italia sono circa 50 le aziende che trattano, con diverse modalità e caratteristiche, i PFU e alcune centinaia i trasportatori autorizzati operanti; sono invece poche ancora le aziende che lo utilizzano in nuovi impieghi, per esempio nella realizzazione di arredi urbani, edilizia, pavimentazioni stradali.

Il ruolo di Ecopneus

Ecopneus è la società consortile per azioni costituita ad inizio 2009 dalle principali aziende produttrici o importatrici di pneumatici in Italia: Bridgestone, Continental, Goodyear-Dunlop, Marangoni, Michelin, Pirelli. Rappresentando oltre l’80% del mercato nazionale di pneumatici, di fatto Ecopneus costituisce il principale interlocutore e responsabile dello sviluppo e gestione di un sistema che dovrà garantire raccolta, recupero e monitoraggio dei PFU su tutto il territorio nazionale.

Il primo passo sarà quello di selezionare con appropriati criteri di qualità, efficienza, affidabilità e sostenibilità economica gli operatori (per logistica ed impianti), attraverso confronti e verifiche improntati alla massima trasparenza e con l’obiettivo di selezionare le professionalità migliori a copertura di tutto il territorio nazionale.

“Ecopneus è pronto ad affrontare, con tutti gli operatori coinvolti, questa nuova sfida per la tutela ambientale nel nostro Paese – ha dichiarato il Direttore Generale, Giovanni Corbetta; soprattutto, siamo orgogliosi di partecipare all’avvio di un percorso di sviluppo delle applicazioni del PFU che può diventare materia “prima-seconda” dalle caratteristiche eccellenti, per esempio, per la realizzazione di manti stradali e che, invece, ha ancora troppa poca attenzione e poco spazio in Italia.

Plaudiamo, quindi, agli sforzi del Ministero dell’Ambiente, che hanno reso possibile la pubblicazione del Decreto, consentendo all’Italia di allinearsi alle più avanzate esperienze internazionali, grazie a professionalità e competenze già oggi sviluppate e operanti nel nostro Paese e che attendono valorizzazione e nuove occasioni di sviluppo”.

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