Su YouTube il video del sequestro di 50.000 cerchi contraffatti

La Guardia di Finanza della Spezia ha pubblicato online un video sull’operazione anticontraffazione che ha portato al sequestro di circa 50.000 cerchi in lega per auto, 100.000 accessori raffiguranti i loghi delle maggiori case automobilistiche mondiali e 400 stampi da fusione, necessari per la produzione dei cerchi in Italia. Il valore complessivo della merce sequestrata ammonta a circa 20 milioni di euro. Sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria i responsabili di alcune grandi aziende del centro-nord Italia, importatrici dei prodotti dalla Cina, il cui nome non è noto.

L’operazione, scaturita casualmente da un controllo effettuato sul carico di un camion, è proseguita sia con accertamenti a tappeto condotti presso vari rivenditori sia controllando le importazioni in arrivo al locale scalo marittimo e successivamente su tutto il territorio nazionale.

I militari hanno focalizzato le indagini sulla constatazione che i cerchi in lega, riproducenti quelli forniti dalle principali industrie (tra le quali Mercedes, BMW, Fiat), erano non solo violativi dei diritti di proprietà intellettuale, ma soprattutto pericolosi per gli automobilisti. Infatti, pur essendo in apparenza, ovvero nel design, assolutamente identici agli originali e pur mantenendo uguali attacchi al mozzo, i cerchi sequestrati hanno evidenziato sostanziali differenze dimensionali, non garantendo le caratteristiche di costruzione raccomandate dal produttore dell’autoveicolo (ad esempio, l’utilizzo di materiali efficaci come leghe ad elevata resistenza), oppure la resistenza ai carichi ai quali è sottoposto il veicolo nonché le caratteristiche geometriche del cerchio, indispensabili per evitare pericolose interferenze con i sistemi di guida (scatola e tiranti dello sterzo, impianto frenante, trasmissione) ed, in definitiva, la sicurezza dell’automobile e dei suoi occupanti.

Le differenze che si possono riscontrare tra i prodotti sequestrati e i ricambi originali sono tutt’altro che di immediata percezione richiedendo, invece, un esame tecnico approfondito e competenze specifiche, di certo non appartenenti alle conoscenze di un consumatore medio, che potrebbe essere facilmente tratto in inganno.

Per tale motivo, sono state eseguite numerose perizie tecniche al fine di verificare la corretta valutazione strutturale dei cerchi sottoposti a sequestro, eseguendo due fondamentali tipi di prova, con particolari attrezzature, rivolti ad accertare la resistenza allo sforzo ed all’impatto. Le risultanze delle perizie tecniche, nonché dei test radiologici mirati a constatare la consistenza delle leghe, effettuati su campioni di cerchi, hanno permesso di appurare la pessima fattura dei prodotti oggetto di sequestro.

Diversi sono stati i casi di frattura delle razze, lesioni delle leghe, perdita della coppia di serraggio degli elementi di fissaggio della ruota, deformazione, problemi di eccentricità e squilibrio.I difetti di frattura delle razze e lesioni vengono considerati anomalie inammissibili ai fini dell’equipaggiamento delle ruote su veicoli circolanti su strade pubbliche; tali prodotti, rispondenti a rigide specifiche di omologazione concernenti la sicurezza, se sostituiti arbitrariamente, modificano le geometrie della vettura andando a compromettere in maniera importante la sicurezza del veicolo in marcia.

Basta considerare per esempio la casistica in cui un grosso e moderno "Suv", equipaggiato con un cerchio difettato rientrante nella fattispecie sopra descritta, viaggiando in autostrada a velocità sostenuta, nell’ambito della torsione delle ruote e del mezzo dovuta ad un’improvvisa frenata, ovvero ad una buca sulla strada, rompa un cerchione, con conseguenze drammaticamente immaginabili.

I legali delle aziende coinvolte, in un primo momento, hanno presentato istanze di dissequestro, respinte dalla Procura. Successivamente, una delle società destinatarie dei provvedimenti cautelari, ha presentato presso il Tribunale del Riesame un ulteriore ricorso avverso le ordinanze di sequestro, che veniva accolto.

Sulla vicenda, è stata infine chiamata ad esprimersi la Corte di Cassazione che ha, di fatto, "legittimato" i sequestri eseguiti, validando l’azione penale condotta nei confronti delle aziende coinvolte.In particolare, la Suprema Corte ha condiviso l’orientamento secondo il quale tra i cerchi in sequestro ed i corrispondenti modelli registrati dalle case automobilistiche vi sono sostanziali differenze dimensionali e strutturali, non percepibili dall’acquirente, che generano una situazione di incertezza meritevole di approfondimento in sede giudiziale.

Grazie allo sforzo investigativo della Guardia di Finanza della Spezia, in questo caso si è andati oltre l’attività repressiva, coinvolgendo esperti di settore nelle prove peritali volte a dimostrare la pericolosità dei prodotti per gli automobilisti e contribuendo ad evolvere significativamente le conoscenze specifiche in tema di sicurezza del prodotto.

L’offerta di prodotti non confacenti ai minimi requisiti di sicurezza e senza le necessarie garanzie crea grave danno, oltre che agli utenti, alle aziende che investono in ricerca, sviluppo e qualità per offrire all’utilizzatore finale un cerchio sicuro, rintracciabile e garantito, con la sottrazione di aree di mercato ai prodotti originali, e la pericolosa confusione che deriva all’utente, il quale crede di utilizzare un bene assimilabile a quello originale senza doverne sopportare il costo più elevato, e rischia malauguratamente di mettere in grave pericolo l’incolumità propria e degli altri automobilisti.

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