In Italia l’auto si usa meno, ma più spesso

Gli italiani si confermano un popolo di automobilisti, fortemente legati alla propria vettura che guidano alla prima occasione, ma costretti dalla congiuntura economica a ridurne l’uso complessivo. E’ soprattutto il costo della benzina ritenuto troppo alto ad alimentare un assurdo paradosso: per gli spostamenti più brevi – soprattutto in ambito urbano – non si rinuncia all’auto, mentre per le lunghe percorrenze si predilige il mezzo pubblico. Così facendo, le famiglie riescono a ridurre la spesa per la gestione della vettura (-3% rispetto al 2009, per un totale di 3.191 euro).

Questa esigenza di mobilità trova il suo contraltare nei comportamenti sempre più trasgressivi: l’87,8% dei conducenti ammette di distrarsi spesso con il cellulare. Le dieci infrazioni più ricorrenti al Codice della Strada sono: parcheggio in divieto di sosta (27,8% del campione intervistato), superamento dei limiti di velocità (23,5%), parcheggio in doppia fila (21,7%), mancato uso delle cinture (18,4%) e delle frecce (10,1%), passaggio con semaforo rosso (9,6), inversione a U (4,9%), violazione delle zone a traffico limitato (4,8%), inosservanza della precedenza (4,2%) e sorpasso a destra (3,2%).

I giovani under34 sono i più inclini a commettere infrazioni e fanno registrare percentuali più elevate della media nella quasi totalità delle violazioni.

E’ quanto emerge dall’XVIII Rapporto ACI-CENSIS “Automobile 2010” presentato oggi a Roma dall’Automobile Club d’Italia, dal presidente dell’ACI, Enrico Gelpi, e dal presidente della Fondazione Censis, Giuseppe De Rita.

“L’automobile conferma il suo primato tra le abitudini degli italiani – ha dichiarato il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Enrico Gelpi – ma tra i conducenti dilaga un senso di onnipotenza al volante, soprattutto tra i più giovani, che deve essere rapidamente contrastato con specifiche iniziative istituzionali e nuove attività di sensibilizzazione. L’inesperienza facilita una maggiore propensione alla trasgressione tra i neopatentati, verso i quali vanno delineati percorsi di formazione continua che favoriscano consapevolezza dei rischi e comportamenti più responsabili”.

“Dal rapporto emerge la richiesta sempre più diffusa di una nuova cultura della mobilità – ha aggiunto Gelpi – e l’ACI continuerà a sensibilizzare gli automobilisti. Riteniamo tuttavia indispensabile che le istituzioni affrontino con determinazione i problemi: la pianificazione del sistema dei trasporti, il ripensamento del rapporto tra urbanistica e mobilità, l’accessibilità ai grandi centri urbani."

“Per rivitalizzare il mercato dell’auto dando un nuovo impulso al processo di ottimizzazione del parco circolante – ha concluso il presidente dell’ACI – il 47,5% delle famiglie chiede una nuova fase di incentivi per la sostituzione del proprio veicolo, a dispetto delle contrarietà finora espresse dai maggiori decisori pubblici e privati della filiera automobilistica. Nelle condizioni attuali meno del 4% degli italiani si dichiara disposto a comprare una vettura nel 2011”.

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